LE COMUNITA' DI ENERGIA RINNOVABILE
Sono uno strumento per consentire a qualsiasi cittadino, a prescindere dal suo livello di reddito, di partecipare alla produzione di energia e dare un contributo alla riduzione dei costi per la transizione energetica consumando localmente l’energia prodotta e stimolando il consumo dell’energia nelle ore in cui l’energia è prodotta dalle fonti rinnovabili.
Chi partecipa ad una comunità energetica rinnovabile (CER) partecipa infatti ai benefici in termini di incentivi e restituzione di componenti della bolletta che derivano dal fatto di consumare localmente l’energia prodotta dalla comunità.
Attualmente vi è una disciplina sperimentale stabilita dall’Articolo 42 bis del decreto legge 30 Dicembre 2019, n. 162 e dall’articolo 119 del Decreto legge 34 del 2020. Tale disciplina rimarrà valida sino alla attuazione delle direttive europee in materia di fonti rinnovabili e mercato elettrico, che dovrà stabilire la disciplina a regime delle comunità energetiche.
Noi abbiamo costituito alcune comunità energetiche rinnovabili aperte a qualsiasi soggetto pubblico privato, anche semplicemente da cittadini che abitano nei quartiere dove insistono le comunità costituite.
Per rendere operativa la CER occorre raccogliere, da tutti i potenziali membri della comunità, il consenso al trattamento dei dati , il numero della loro fornitura (il pod), i consuni medi annui (copia della bolletta di elettricità e gas) ed infine i mq di superficie disponibile (dove installare i pannelli solari o gli impianti minieolici) in modo da poter realizzare il progetto per acquisire la disponibilità degli impianti da utilizzare per la condivisione di energia e presentarlo ai futuri soci con un business plan puntuale che riporterà il risparmio in bolletta per ciascuno dei soci della CER.
Membri della comunità possono essere persone fisiche, piccole e medie imprese.
Lo scopo delle comunità energetiche non è il profitto finanziario, per le nostre CER è quindi stata scelta la forma più aperta e democratica, quella delle associazioni non riconosciute. Le associazioni non riconosciute hanno costi di gestione bassi e adempimenti organizzativi relativamente semplici.
Lo statuto della comunità consente in modo non discriminatorio la associazione alla comunità di tutti quei soggetti che siano interessati a partecipare e abbiano i requisiti, le nostre comunità si caratterizzano infatti per la loro struttura aperta.
I soci potranno avvantaggiarsi dell’autoconsumo di energia per le proprie utenze.
Potranno appartenere alle comunità energetiche le utenze collegate alla stessa cabina primaria (o di alta tensione).
La potenza massima degli impianti per ogni CER ad oggi è di 200KW, ma la nuova normativa, attesa per il 2023 consentirà la sua estensione fino ad 1MW.
Entreranno in gioco ben due incentivi diversi! Uno sarà dedicato all'energia condivisa e l'altro all'autoconsumo. Anche in questo caso parliamo di una novità importante perchè inizialmente non era previsto nessun incentivo per l'autoconsumo, che invece è cruciale per i prosumer!
Potranno far parte delle Comunità Energetiche anche i proprietari di impianti fotovoltaici già installati che attualmente usufruiscono di altre convenzioni GSE.
A seguito della messa in esercizio degli impianti da loro detenuti le comunità possono fare istanza a GSE S.p.A. per ottenere gli incentivi e i benefici derivanti dalla condivisione dell’energia all’interno della comunità. Gli incentivi non saranno riconosciuti a tutta la energia prodotta, ma solo a quella condivisa all’interno della comunità cioè a quella che quando è prodotta viene simultaneamente consumata dai membri della comunità. Per avere l’incentivo occorre che nella stessa fascia oraria in cui è registrata la produzione venga registrato un corrispondente consumo da parte dei membri della comunità. Qualora nella fascia oraria la produzione sia superiore ai consumi per l’energia in eccedenza sarà riconosciuto alla comunità solo il valore dell’energia senza incentivi o altri benefici.
Per l’energia condivisa alla comunità sarà corrisposto dal GSE un importo pari a circa tre volte il valore dell’energia venduta all’ingrosso. La comunità condividerà fra i membri tali ricavi. Come ripartire fra i membri della comunità i ricavi derivanti dall’energia condivisa sarà stabilito dalla comunità, successivamente all'approvazione del progetto di efficentamento, con apposito regolamento.
Da un punto di visto pratico il cittadino che fa parte della comunità energetica (socio) continuerà a pagare per intero la propria bolletta. Con una certa periodicità da stabilirsi nel regolamento della comunità il socio cittadino riceverà dalla comunità pagamenti per la condivisione dei benefici garantiti alla comunità. I costi energetici del cittadino che aderirà alla comunità risulteranno dunque ridotti perché alla spesa per la bolletta si affiancheranno anche i ricavi derivanti dalla condivisione dell’energia.
Dal punto di vista fiscale recentemente l’Agenzia delle Entrate ha specificato che la redistribuzione ai cittadini dei benefici derivanti dalla condivisione di energia non assume rilevanza reddituale. Gli importi incassati dai cittadini per la condivisione di energia potranno dunque ritenersi equivalenti ad una riduzione della bolletta.
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I vantaggi della comunità energetica
Chiudiamo questa prima panoramica sulle nostre comunità energetiche ricordando che le stesse si ispirano agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e del Green New Deal dell’Unione Europea.
I vantaggi che le comunità energetiche producono sono numerosi e contribuiscono proprio alla realizzazione degli obiettivi stabiliti dalle organizzazioni nazionali ed internazionali in fatto di lotta al cambiamento climatico, sostenibilità, lotta alla povertà. Elenchiamo di seguito i vantaggi principali:
- risparmio economico e benefici ambientali quali:
- risparmio in bolletta sulle componenti variabili della stessa;
- valorizzazione dell’energia autoprodotta grazie al riconoscimento di un guadagno;
- agevolazioni fiscali (50% detrazioni fiscali per le persone fisiche, o altre detrazioni consentite dalle norme per le persone giuridiche);
- riduzione degli impatti ambientali degli edifici;
- contrasto alla povertà energetica:
si stima che in Italia 4milioni di persone, nel 2019, non abbiano potuto acquistare l’energia minima per alimentare gli impianti delle abitazioni, perciò, accedere ad una comunità energetica consentirebbe a queste persone di accedere all’energia a prezzi di molto inferiori a quelli del mercato libero;
- risparmio energetico ossia riduzione dei consumi energetici:
- con interventi gestionali da parte dell’utente attraverso sistemi di building automation;
- con interventi di tipo impiantistico che introducono tecnologie più performanti;
- maggior diffusione dell’economia collaborativa (sharing economy) con condivisione di beni e servizi, collaborazione tra cittadini, scambio.